La voce di una persona è quella che ce la fa riconoscere anche dopo molto tempoe che la rende unica ed irripetibile, come il viso o alcuni aspetti caratteriali che ci si ricorda sempre. Oggi parliamo della voce e dei suoi usi con una grande esperta, Marina Tripodi.
Marina, come nasce la passione per l’uso della voce?
E’ una passione che nasce da bambina. Adoravo cantare, (soprattutto le canzoni delle principesse Disney) ed entrai a far parte del coro della mia Chiesa. I miei genitori acconsentirono a farmi studiare con un maestro di canto lirico e solo dopo 2 anni continuai a studiare canto moderno, più avanti mi dedicai anche allo studio della chitarra. Successivamente e contemporaneamente ai miei studi di canto entrai a far parte di una compagnia teatrale amatoriale, “Gli occhi di Bue “ nella quale si seguiva un po’ il “fil rouge” delle commedie musicali … si cantava sempre !
A 18 anni entrai nella scuola per tecnici di Foniatria della Seconda Università degli Studi di Napoli (Facoltà di Medicina e Chirurgia) e mi diplomai successivamente a soli 21 anni in logopedia. Durante il mio tirocinio il mio direttore , conoscendo la mia passione per il canto, mi affidò l’ambulatorio di Fonetografia e iniziai a muovere i primi passi nella foniatria artistica dedicandomi all’analisi e all’ inquadramento dei registri vocali . Il Fonetogramma è un’analisi della voce specifica nella quale si osserva l’estensione e l’agilità dell’artista che stiamo esaminando.
Nel 1998 ho fondato il “Centro della Voce Centro di logopedia e Voce artistica”, in assoluto la prima struttura nel Sud Italia che vede collaborare medici foniatri, logopedisti e insegnanti di canto e all’interno della quale organizzo corsi di formazione ECM per logopedisti e seminari professionalizzanti per cantanti e attori con l’obiettivo di promuovere l’interdisciplinarietà. Vi collaborano anche neuropsicomotricisti, psicologi e musicoterapisti.
In esclusiva ora si effettua anche la “cantoterapia” ed all’interno di questa struttura esistono due realtà: da un lato una realtà prevalentemente riabilitativa dedicata all’inquadramento sia di tutti i disturbi di apprendimento nonché ai deficit di comunicazione verbale e non verbale, al recupero logopedico dei disturbi del linguaggio e della deglutizione e della voce.
Dall’altro, invece, una realtà dedita alla formazione ed al potenziamento della voce.
Dal 1996 a tutt’oggi lavoro presso l’Unità Operativa Semplice di Foniatria e Audiologia della stessa Università, oggi denominata Università della Campania Luigi Vanvitelli, conducendo ampia attività di ricerca in ambito vocale
Nel 2006 ho conseguito la specializzazione in Vocologia Artistica presso l’Università di Bologna acquisendo il titolo di esperta in Vocologia Artistica.
Dal 2000 al 2002 sono stata professore a contratto nel corso di laurea in riabilitazione psichiatrica e psicosociale insegnando scienze mediche applicate .
Nel corso di laurea in logopedia ho insegnato dal 2015 al 2019 discipline dello spettacolo nonché a tutt’oggi STMA IVpresso l’Università della Campania Luigi Vanvitelli – Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Dal 2012 al 2016 ho collaborato con la maestra Stefania Rinaldi nella cura delle voci bianche del Coro del Teatro San Carlo di Napoli.
Docente nel master di I livello in Vocologia Clinica Università di Bologna e al corso di Alta Formazione di Vocologia Artistica diretto dal Prof. Franco Fussi polo didattico di Ravenna. Dal febbraio 2021 sono docente al Master di Circle Singing della stessa Università.
Autrice di articoli e Blogger nel portale SIING il I portale di canto, responsabile
della sezione logopedia della rubrica di SIING Magazine e relatrice di numerose relazioni in congressi nazionali ed internazionali.
Nel 2015 sono stata eletta Presidente SIFEL (Società Italiana di Foniatria e Logopedia) per il biennio 2015/2017. Attualmente sono nel consiglio direttivo come Past President e referente per la regione Campania.
Quali sono le proprietà curative della voce e per quali malattie fisiche o psicologiche si possono applicare?
La voce che si ascolta genera benessere , spesso nel nostro parlare corrente indicando un cantante o un attore diciamo quella voce è bellissima…da brivido sottolineandone così il piacere che proviamo nell’ascoltarla. Al contrario fuggiamo dall’ascolto di voci fastidiose, che generalmente corrispondono a persone a noi antipatiche, o ancora pensando alle reazioni dei bambini ci sono voci che generano paura come quelle delle streghe , e degli orchi, dei mostri . Tutto questo accade nella nostra routine quotidiana, ma ci dovrebbe far riflettere su come produrre e ascoltare una voce “empatica” migliori la nostra vita di relazione e generi effetti benefici sull’ascoltatore . Come logopedista, sono nella relazione d’aiuto, e ho trovato utilissimo formarmi con il metodo Four voice colors ( Verde, blu, giallo, rosso) un metodo NON sanitario ideato da Ciro Imparato ( psicologo e doppiatore ) basato su di un codice comunicativo per generare emozioni mediante il corretto utilizzo degli elementi espressivi ( volume, tono, tempo, ritmo, sorriso ). Ad ogni colore la sua emozione, la sua caratteristica. La voce verde è la voce che dovremo produrre di più , quella che caratterizza le persone empatiche e si ottiene con : Tono Basso, pause esitanti, tempo lento, volume medio basso è la voce che trasmette calma …benessere. Questo argomento sarebbe da sviluppare più approfonditamente.
Il ruolo del logopedista nell’età infantile
Il logopedista è un operatore sanitario che si inquadra nella Gazzetta ufficiale cosi: Art. 1. 1. E’ individuata la figura del logopedista con il seguente profilo: il logopedista e’ l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, svolge la propria attivita’ nella prevenzione e nel trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio e della comunicazione in eta’ evolutiva, adulta e geriatrica.
2. L’attivita’ del logopedista e’ volta all’educazione e rieducazione di tutte le patologie che provocano disturbi della voce, della deglutizione, della parola, del linguaggio orale e scritto e degli handicap comunicativi.
In ambito, non solo prevalentemente infantile, è chiamata in causa solo per la risoluzione delle difficoltà legate al linguaggio espressivo . Se si legge con attenzione la Gazzetta Ufficiale si può evincere che la sua figura professionale potrebbe essere utilizzata nella fase di prevenzione e abilitazione . Il logopedista sarebbe utile considerarlo come un attivatore delle abilità , e a mio parere dovrebbe essere inserito nella scuola dell’infanzia in modo tale da individuare precocemente disturbi della comunicazione , ma soprattutto potrebbe coadiuvare gli insegnanti a potenziare le abilità del singolo allievo.
La dizione per attori e relatori
Utilizzare una dizione corretta per attori e relatori rende più intellegibili, più comprensibili . Negli attori ( ma soprattutto nei doppiatori) è una condizione indispensabile non cadere nel “ dialettismo”: per doppiare non bisogna avere cadenze. Sebbene sia molto frequente , soprattutto nelle serie TV ( Commissario Montalbano, Commissario Ricciardi etc) incorrere in personaggi con un dialetto molto pronunciato , che caratterizza quel personaggio per cui non si potrebbe fare a meno di pronunciarlo. Se pensiamo al teatro , alle commedie di autore non si potrebbe assistere ad una rappresentazione di Edoardo de Filippo in Italiano… non sarebbe la stessa cosa. Alcuni dialetti, infatti, nella loro esternazione hanno una musicalità , una magia che è parte integrante dell’espressività. Ovviamente questo vale per la commedia napoletana, se pensiamo a Carmelo Bene ( grande voce e grande attore) non si accenna al dialetto. Nelle Commedie Musicali di Garinei e Giovannini, eccezion fatta per il Rugantino ,la dizione deve essere perfetta. Ho avuto il piacere e l’onore di collaborare per un piccolo progetto con Enzo Garinei e conservo ancora con molta attenzione i monologhi che preparava per le sue lezioni di dizione: era fondamentale non sbagliare gli accenti!!
Il relatore diventa più credibile se si esprime con una dizione corretta, la sua comunicazione diventa efficace e piacevole. A mio parere però potrebbe essere strategico , durante un bel discorso rigoroso alle regole, inserire una parolina nel dialetto madre … così tanto per tenere viva l’attenzione. Bisogna non perdere l’autenticità : la gente ha bisogno di verità!
Che cosa significa logopedia Artistica?
Solo da pochi anni, precisamente dal 2005, epoca nella quale è nato il Corso di Alta Formazione in Vocologia Artistica diretto dal Prof. Franco Fussi , si è aperta ai logopedisti la strada per una formazione più specifica nell’ ambito della voce artistica.
La dizione Vocologo Artistico si applica a un professionista, anche non medico, che abbia effettuato uno specifico corso di alta formazione post-laurea. Poiché la dizione definisce l’avvenuta acquisizione di competenze e non per un ruolo professionale, alla dizione va preferita quella di Esperto in Vocologia Artistica, affiancata alla definizione del ruolo professionale rivestito (dal Manifesto 2015 di F. Fussi e S.Magnani).
Ciò non significa che anche un “semplice logopedista” non possa rieducare la voce patologica, ma che il suo intervento debba essere circoscritto al solo recupero della voce in una fase di “silenzio e di igiene vocale”.
Pertanto non risulta essere preparatorio per tutto quanto l’artista si troverà ad affrontare (concerti, prove, tournée etc etc ).
Ecco perché acquisire competenze specifiche rassicura in maniera diversa il performer che si andrà a seguire evitandogli recidive.
Rapporto fra voce e psicomotricità
Il canto è voce in movimento, pertanto è necessaria un’accurata pianificazione ed un buon coordinamento. Un corpo elastico produce una voce agile, ugualmente un corpo teso produrrà una voce con più difficoltà. I miei approfondimenti con la metodologia Feldenkrais, hanno cambiato l’ approccio alla voce .
Il metodo Feldenkrais è un metodo di auto-educazione attraverso il movimento, che prende il nome dallo scienziato, fisico e ingegnere israeliano che lo ideò: Moshé Feldenkrais (1904-1984). Si basa essenzialmente sul prendere consapevolezza dei propri movimenti e dei propri schemi motori e quindi, attraverso il movimento, di espandere la consapevolezza di sé nell’ambiente. È composto da sequenze di semplici movimenti che coinvolgono ogni parte del corpo, dall’ascolto profondo delle sensazioni che essi suscitano, allo sviluppo di nuovi modi di muoversi, atteggiarsi e percepirsi.
Il metodo Feldenkrais si propone di mettere la persona in grado di guidare il proprio apprendimento. È accessibile a tutte le persone, di qualsiasi età e condizione fisica. Tecnicamente, il metodo può essere considerato sia un tipo di ginnastica dolce che di ginnastica posturale, in quanto potenziando la funzionalità del cervello e del sistema nervoso, agisce positivamente sia sulla postura sia sulla coordinazione e fluidità del movimento.
La voce non è qualcosa che abbiamo , ma qualcosa che facciamo (cit Franco Fussi)
Laboratori e corsi organizzati
Ho iniziato nel 2001 ad organizzare ogni anno corsi per performer vocali e non ho mai smesso fino al periodo COVID. Ai mie corsi hanno sempre partecipato personalità di spicco del mondo della musica e dello spettacolo fra cui Peppe Vessicchio, Enzo Garinei, Mary Satarakian, Gabriella Scalise, Stefania Rinaldi, Franco Fussi , Albert Hera , Giancarlo Genise, Gianna Montecalvo, Enzo Campagnoli ….. e tanti altri in 20 anni ..veramente tanti ( https://www.youtube.com/watch?v=iNS03Lc_zCQ)
Che cos’è “La voce nell’arte”?
E’ la capacità di esprimersi con libertà , con emozione ,e competenza nel rispetto della fisiologia del proprio strumento vocale : è l’essenza !
La logopedia insegna a non cercare dove c’è più luce…..ma a osservare lì dove nessuno andrebbe a guardare…. operando nell’interesse dell’artista.
Francesca Rossetti